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Panagia Evangelistria Tinos

L’importante Panagia Evangelistria, la troviamo al di sopra della collina presso la Chora, capoluogo di Tinos. Il pellegrinaggio della Madonna è la meta più conosciuta e frequentata dell’ellenismo e dalle comunità cristiane di tutto il mondo. A Tinos tutti gli anni arrivano da ovunque migliaia di fedeli per ricevere la Benedizione e le grazie che la Sacra Icona dispensa ai suoi devoti percorrendo in ginocchio dal porto alla chiesa sopra ad un tappeto rosso messo per proteggere il percorso accidentato il tragitto in segno di rispetto e sacrificio.

La Panagia Megalochari oltre ad essere la patrona di Tinos, è riconosciuta come la protettrice della Grecia (Megalochari significa con tutte le grazie) anche se di preciso è dedicata all’Annunciazione della Vergine Maria.

La tradizione racconta che venne costruita a seguito dei sogni di una umile suora locale del Monastero di Kechrovouni Suor Pelagia esattamente nel punto in cui venne ritrovata l’icona. Per tre settimane a luglio di domenica alla monaca appariva la Madonna che le chiedeva di fare gli scavi nel terreno di Antonios Doxara al fine di portare alla luce la sua immagine. Santa Pelagia (in seguito venne santificata) insieme alla priora interpellano il Metropolita Gabriele che a sua volta invitò tutta la popolazione a contribuire nella ricerca. I primi di settembre del 1822 iniziarono gli scavi e con sorpresa ed un pizzico di delusione vennero ritrovati i resti della precedente chiesa paleocristiana dedicata a San Giovanni Battisti la quale era stata edificata al di sopra di un antico tempio in onore del Dio Dionisos ma dell’icona nessuna traccia. Gli abitanti scoraggiati abbandonarono l’impresa accusando la suora di essersi inventata tutto ma Pelagia non si perse d’animo e con l’aiuto di una migliore organizzazione, il 30 gennaio 1823 finalmente l’icona della Madonna in preghiera tornò alla luce per mano di Demetrio Vlassis. Il ritrovamento divenne virale in tutta la Grecia e considerato un sacro messaggio del Cristianesimo Greco Ortodosso. Gli storici datano l’icona al VII secolo d.C. e quindi appartenente al periodo bizantino. Venne terminata nel 1880.

Si tratta di uno splendido edificio completamente in marmo bianco a tre parti, a sinistra la sezione dedicata alle donne mentre a destra ed il centro agli uomini. Al piano terra la Cappella dell’Apocalisse iniziata subito dopo il ritrovamento nel 1823,dove al di sopra venne edificato l’intero monastero. Dal portone centrale sulla sinistra l’iconostasi scolpita nel legno con la parte bassa color oro e la parte alta decorata in gesso. Il Presbitero è tre gradini più in alto tra tre nicchie di cui la centrale dietro alla Santa Mensa, quella orientale in onore dell’Ascensione di Gesù’ e quella ad ovest alla Dormizione della Madonna. Di fianco alla copia della sacra icona, una fontana di acqua benedetta e due stanze dove solitamente vengono celebrati i battesimi. Un magnifico campanile si innalza di fianco alla basilica e numerose scale portano all’ingresso della chiesa. Impossibile non percepire la sacralità di questo luogo dove la pace è solenne.

Ben tre volte l’anno vengono organizzate le celebrazioni, il 30 gennaio data in cui l’icona venne trovata, il 25 Marzo giorno dell’Annunciazione della Vergine ed il 15 Agosto giorno dell’Assunzione della Vergine. Se avrete la possibilità di viaggiare in queste date e sarete a Tinos, non perdetevele sono una chiara testimonianza di quanto siano ancora radicate le tradizioni nelle isole oltre che a scoprire una parte della meravigliosa Grecia.

Come arrivare alla Panagia Evangelistria

Molto facile, essendo nella capitale, da qualsiasi parte decidiate di alloggiare la direzione è verso la Chora.

Una tappa da inserire tra le cose da vedere a Tinos per ammirare un capolavoro architettonico, visitare la vivace cittadina e perché no chiedere un aiuto divino che non guasta mai.

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