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Le leggende di Skopelos

La verde ed istrionica isola di Skopelos, si trova nell’Arcipelago delle Isole Sporadi tra l’isola diSkiathos e l’isola di Alonissos.

Come per tutta la Grecia e come per icontinenti antichi, attorno le girano tantissime leggende alcune conosciute, altre segrete e di dominio dei soli abitanti, che dannoun’idea di cosa non fosse questa terra in passato e cosa sia successodi positivo od in negativo per farla diventare quello che ci appareoggi.

Per quanto riguarda Skopelos,sicuramente quella più famosa è legata alle sue chiese. Secondo iracconti tradizionali, nel periodo della Catastrofe in Asia Minore del 1921 un vero e proprio dramma nazione che ricorda la tristedisfatta dell’esercito greco durante la guerra greco turca, con ladistruzione della città di Smirne ed il genocidio dell’Anatolia lecomunità greche presenti da millenni dovettero lasciare le aree dovevivevano per rientrare da profughi in Grecia mettendo ancora piu’astio tra le due nazioni. Lo sgombero non fù per niente pacifico,tante persone vennero trucidate brutalmente e quelli che inveceriuscirono a scappare al loro arrivo ed insediamento ebbero deigrossi problemi con i Greci in quanto non considerati tali ma unarazza mischiatasi con i turchi, tanto che si crearono talmente fortitensioni che nel 1923, lo stato Ellenico fu costretto a chiedereaiuto alla Società delle Nazioni, la prima organizzazioneintergovernativa che aveva lo scopo di tutelare le condizioni e laqualità della vita dell’essere umano. Durante l’esodo, lapopolazione Greca alla quale veniva negato tutto e soprattutto iturchi volevano cancellare le usanze e le tradizioni, per salvare lesacre icone le buttarono in mare preferendo una incerta finepiuttosto che essere bruciate e distrutte in segno di sfregio daparte dei Turchi. Le immagini religiose galleggiarono quindi in tuttoil Mar Egeo e si depositarono con le maree sulle coste delle isole.Nello specifico a Skopelos ne vennero ritrovate ben 360 ed in onoredi ognuna le è stata dedicata una chiesa.

Un altro mito legato all’isola diSkopelos è dedicato a Stafylos un Principe Minoico figlio del Dio Dionisos e di Arianna la principessa figlia di Minosse che sbarcòper primo insieme al fratello Peparithos sull’isola e precisamentesulla meravigliosa spiaggia che prende il suo nome costruendo ilprimo insediamento. Sul promontorio alla fine del litorale, si trovauna antica grotta nella quale era custodita la tomba dell’età delbronzo e dove venne ritrovata la spada d’oro di Stafylos oggiconservata al Museo Archeologico di Atene. Fece parte degli Argonautiun gruppo di cinquanta valorosi guerrieri che sotto la guida diGiasone si spinsero fino alla Colchide la Georgia occidentale nellaregione del Caucaso per andare alla conquista del vello d’oro ilmanto di Crisomallo un ariete alato che il Dio Ermes dono a Nefele ilquale aveva il potere di curare ogni ferita o malattia. Si narra cheil nome Staphylos arrivi dal capraio del Re Eneo che durante ilpascolo delle sue pecore vide gli animali masticare una pianta di uvaprendendola ed omaggiandola al re il quale, trovo’ il modo ditrasformarla in nettare. Quando il Dio Dioniso in visita ad Eneoassaggiò la bevanda ne rimase talmente rapito che decise dichiamarla oinos (vino) e l’uva Stafilo in onore del suo scopritore.

La leggenda di Drakontchisma. Tra laspiaggia di Stafilo e la spiaggia di Velanio c’è Capo Amarantos dovesi trova una imponente roccia chiamata Drakontochisma la Roccia delDrago che rappresenta il feroce animale e sembra essere statascolpita da un essere umano e non da Madre Natura. Ma veniamo allasua entusiasmante storia. Circa ottocento anni fa sull’isola apparveun feroce demonio alato che mangiava gli esseri umani tanto che isopravvissuti a tale drammatico destino, furono costretti adabbandonare Skopelos. Il drago era pero’ la soluzione perfetta pereliminare i criminali tanto che dalle altre isole venivano spediti aSkopelos appositamente per diventare un pasto per l’animaleeliminando cosi’ la feccia dalla popolazione. Quando San Riginosvescovo e guida spirituale dell’isola negli anni a venire venne aconoscenza della situazione, decise di porre fine a tale disgraziaimbarcandosi su una nave con i detenuti e raggiungere Skopelos.Sbarcato sulla spiaggia pronuncio le parole “Dove la misericordiadi Dio è il drago ?” e comincio’ ad inseguire l’animalespaventatolo e spingendolo verso il mare quando, arrivato ad un puntonon potendo piu’ scappare, fece un salto nell’Egeo che nel frattemposi divise costringedolo a schiantarsi e morire. Da qui la roccia diDrakontochisma.

Terminiamo con le leggende e le diceriecon la storia della spiaggia di Adrina. Tra i boschi di Panormosverso la spiaggia di Milia si trova l’area di Adrina con deliziosecalette circondate da pini marittimi. Il suo nome lo prende dallasanguinaria pirata saracena Adriana. Unica donna corsara capace dispargere terrore in tutto il Nord Egeo, durante una delle suescorribande si imbatte in una nave veneziana rubandone tutti i suoitesori di inestimabile valore. Navigando verso Skopelos pero’ i suoicompagni e la sua amata tentarono di depredare l’isola ma vennerosconfitti in battaglia perdendo la vita. Adriana appena seppe dellamorte del suo amore e dei suoi camerati, nascoste per bene e persempre il tesoro e per disperazione, sali’ sopra ad una roccia e sisuicidò.

Queste storie lasciano sempre un alonedi mistero intorno, saranno vere, è pura fantasia chi può dirlo, madi contro riescono a far galoppare la fantasia e catapultarci in ununiverso parallelo fatto di miti, storie struggenti od a lieto fine.Sicuramente una buona cosa per la nostra curiosità e la voglia discoprire sempre di più i segreti ed i misteri della Grecia.

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