La cittadina di Karlovassi, la troviamo nella parte nord ovest dell'isola di Samos in una fertile pianura proprio di fronte alla Turchia divisa appena da un paio di chilometri dalla baia di Sigacik.
Seconda per grandezza si divide in diverse area come la zona portuale (Limani), la città vecchia di Karlovassi (Paleo Karlovasou), la città media (Mesaio Karlovasou), la città nuova (Neo Karlovasou) e la baia (Ormos Bay) che si unificarono nel 1950 dando vita cosi' all'attuale centro urbano. Si presenta agli occhi dei visitatori con estrema eleganza grazie ai suoi palazzi neoclassici ottocenteschi che dimostrano la sua ricchezza nei tempi antichi, imponenti chiese, la Facoltà di Matematica dell'Università dell'Egeo, i suoi ristoranti raffinati, le sue taverne tipiche e di tradizione, negozi, caffetterie, music bar e club dove tirare tardi e vedere sorgere l'alba.
Abitata fin dall'epoca bizantina, nella zona di Neo Karlovasi ed a Alonaki si trovava l'antica città di Georgia, successivamente ne venne costruita un'altra che fu abitata dal XII al XIII a.C abbandonata poi nel periodo dei pirati cosi' che gli abitanti si trasferirono più in alto nel villaggio di Kotakraika. Nel XIX secolo passata la paura dei predoni del mari inizio' lo sviluppo della baia di Ormos diventando un parco industriale. Umili botteghe e qualche casa fino a quando vennero create piccole concerie che fiorirono dal 1880 al 1930. La rapida crescita dell'industria conciaria porto' molto benessere apportando anche significativi cambiamenti sociali in città. Con il crollo della richiesta a metà del XX secolo, i magazzini e le fabbriche vennero abbandonate o adibite ad usi differenti. Il terremoto del 2020 diede il colpo finale all'area distruggendo e provocando ingenti danni agli edifici.
Fino alla fine del XIX secolo, Karlovasi non aveva un porto, e ciò rendeva molto difficile il commercio. La sua posizione soggetta ai forti venti di tramontana, rendeva tutto pericoloso e difficoltoso. Nacque cosi' la necessità di creare un porto artificiale. Iniziarono nel 1871 e venne completato nel 1903 dando vita allo scalo che ad oggi possiamo ammirare che copre una superficie di circa 100.000 metri quadri e che ha ingrandito la città con nuove case e magazzini.
La Vecchia Karlovasi è la parte più primitiva. Si sviluppa dalla metà del XVI secolo a nord ovest dietro al porto attuale nascosta tra le colline e poco visibile dal mare. Nel 1550 si insediarono i coloni discendenti dei Chiosami i rifugiati dell'isola di Chios. Il periodo pero' che aumento' notevolmente la popolazione è verso la metà del XVIII secolo portando dal Peloponneso oppresso dai turchi tantissime persone in cerca di aree più sicure e dalla vicina isola di Ikaria creando cosi' un insediamento con tutti i servizi come scuole, case, botteghe e chiese.
Meseo Karlovasi originariamente chiamato "Kalivia" (capanne) perché gli abitanti di Paleo Karlovasi vi costruirono piccoli edifici di fortuna per il loro lavoro agricolo, nel tempo furono trasformati in abitazioni permanenti . A metà del XVIII secolo, la comunità fu ampliata dai coloni del Peloponneso. Cominciò a formarsi attorno alla chiesa di Agos Athanasios, sulle rovine di un insediamento più antico e si estendeva fino al mare e alla chiesa di Santa Pelagia. Durante i lavori di ristrutturazione della chiesaa metà del XIX secolo, sono state rinvenute fondamenta di un più antico monastero in stile bizantino.
Da non perdere assolutamente la maestosa Chiesa della Santissima Trinità (Agia Triada) chiamata anche “Il Licabetto dei Karlovasi"che domina dalla collina più alta nella parte vecchia della città. Costruita nel 1824 dal monaco Neophytos si trova ad un altitudine di 120 metri sopra al livello del mare ed è considerata la più antica. Al suo interno è conservata l'icona d'argento della Fonte Vivificante e la sua elaborata cupola in marmo data XIX secolo è basata su colonne che fanno parte dell'antico edificio di Gyfada Pitagorico. Una interessante e fornitissima biblioteca viene gelosamente custodita nel monastero.
Ed ancora la stupenda Chiesa di Agios Nikolaos del XIX secolo, ad opera dell'architetto Angelos Angelidis. Un progetto ambizioso con proporzioni armoniose comprende un ampio giardino che gira intorno all'edificio. Una cupola dai vivaci colori blu e bianco dalle alte finestre ad arco, vanta due campanili gemelli e la torre a destra ha un orologio a quattro quadranti. Colonne di marmo grigio con capitelli in stile ionico sostengono gli archi all'ingresso sulla grande facciata che guarda direttamente il porto.
Facendo invece una passeggiate tra le vie di Karlovasi, arrivate fino alla piazza principale dove si erge il Palazzo Municipale e la Scuola di Scienze e Matematica dell'Università dell'Egeo, oppure fermatevi al museo del Folklore per entrare ancora di più nella conoscenza della cultura di Samos. Chiudete quindi la giornata con una bella passeggiata sul lungomare al tramonto dove godere dei colori di Madre Natura.
A meno di tre chilometri potrete visitare una piccola fortezza costruita dai genovesi che dominarono l'isola fino al XIII secolo, ed uno splendido tempio bizantino del XI secolo considerato il più' antico di Samos. Dal fascino unico e particolare i piccoli villaggi che come satelliti girano intorno a Karlovasi: Phrophitis Elias con il suo monastero e la sua visuale fantastica, Potami con la sua sorgente naturale, Sakouleika o Sourides. E per finire la spiaggia cittadina, di sabbia con qualche ciottolino, un mare limpido e calmo dove rilassarsi quando non si ha voglia di andare in giro a scoprire il territorio. Attrezzata con lettini, ombrelloni, sport acquatici e diverse taverne alle spalle dove trovare cibo e bevande. Un tantino affollata d'estate bisogna dirlo ma va benissimo per una giornata di ozio o come ultimo tuffo prima di tornare in albergo. A circa quattro chilometri verso ovest, la spiaggia di Potami con le sue acque cristalline ed una rigogliosa natura intatta che la abbraccia come una tenera mamma.
Tante cose anche qui da fare e da vedere, importante è organizzarsi, fatevi una lista di quello che vi interessa di più e come diciamo sempre “perdetevi”.
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