Come quasi in tutta la Grecia, le isole maggiori hanno sempre intorno delle piccole isole satelliti che per la maggior parte delle volte sono disabitate ma diventano importanti approdi per quanto riguarda la fauna perenne piuttosto che quella migratoria.
Anche Alonissos ne possiede diverse tutte con la funzione alla continuazione di alcune specie tanto da farle rientrare nel Parco Nazionale Marino con una speciale tutela. Il Parco Nazionale Marino di Alonissos e delle Sporadi Settentrionali, è il più grande di tutta Europa ed il primo ad essere stato istituito in Grecia. Una combinazione di biotipi mediterranei terrestri e marini con tantissime specie di piante, animali oltre che a notevoli monumenti archeologici risalenti all'epoca bizantina, classica fino alla preistorica e reperti storici come chiese e monasteri antichi che danno una identità ben precisa a tutto l'arcipelago.
Da sottolineare che non tutta la zona del Parco Nazionale Marino è aperta al pubblico, fondamentalmente per dare l'opportunità alle specie di riprodursi ed uscire dalle liste di estinzione, tuttavia è comunque possibile in alcune aree arrivare, nuotare, fare immersioni in apnea, trekking ed immortalare in fotografie perfette la vita selvatica delle isole. Alcune attività come la caccia ad esempio è severamente vietata tranne che sull'isola di Giura. Altre limitazioni sono a riguardo della pesca amatoriale anch'essa regolamentata da severe restrizioni.
Entriamo quindi nello specifico delle isole satelliti iniziando dall'isola di Peristera. Chiamata anche Evonimos o Xiro la troviamo ad est di Alonissos a meno di un miglio marino. Ricopre una superficie di 16 chilometri quadrati ed ospita fisse meno di dieci persone (direi anche beati loro). Ricoperta da macchia mediterranea concentra le sue coltivazioni sul lato ovest mentre il lato est è estremamente selvaggio e molto esposto ai venti. La punta più alta è del monte Stefani che raggiunge i 250 metri di altezza. Inserita nel Parco Nazionale Marino nel 1988 ospita la rara foca monaca del Mediterraneo che qui ha trovato il suo habitat naturale e riesce a riprodursi e conservarsi. E' inoltre un vero e proprio rifugio per i cormorani, i gabbiani e tante altre specie di uccelli e dove inoltre si possono incontrare le capre Cri-Cri una rara specie di ovino.
Dal punto di vista archeologico, l'isola di Peristera è molto importante per l'antico naufragio scoperto a seguito di alcune ricerche subacquee che con altri ritrovamenti hanno potuto dimostrare che le Sporadi erano un importante ed antico crocevia di diverse civiltà.
E' l'unica visitabile liberamente e dove i divieti sono limitati. Offre due approdi uno nella parte ovest l'altro nella parte sud. Sull'isola di Peristera ci sono alcune spiagge di soffice sabbia ed è interamente circondata da un mare fenomenale con acque cristalline e trasparenti.
Proseguiamo con l'isolotto di Kirà Panagià. Chiamata anche Pelagos o Pelagonisi, la troviamo in direzione nord est rispetto all'isola di Alonissos a circa dodici miglia marine dal porto di Patitiri. La più grande tra tutte quelle che rientrano nel Parco Nazionale Marino con una superficie di 25 chilometri quadrati è quasi completamente deserta, si possono trovare dei pastori con le loro greggi di capre solo in certi periodo dell'anno.
Kirà Panagià si presenta come un'isola montuosa ricoperta da una vegetazione bassa e fitta che come d'incanto spunta tra le rocce principalmente di lentisco e di quercia spinosa. Le sue coste sono smerlate e selvagge per la maggior parte inaccessibili ed il punto più alto arriva a circa 300 metri di altitudine. Presenta due porti naturali dove è possibile arrivare con le barche e sono quelli di Agios Petros e di Planitis decisamente piu' comodo per gli attracchi. Una curiosità, l'isola di Kirà Panagià nel Medioevo era un sicuro rifugio per i pirati che solcavano il Mar Egeo. Completamente disabitata è una proprietà esclusiva del Monte Athos in Calcidica in virtù del fatto che sul versante orientale si trova il Monastero di Kirà Panagià da cui l'isola ha preso il nome, dipendente dal monastero di Megisti Lavra che si trova nella sacra montagna. Dell'epoca post-bizantina e nello specifico del XVI secolo, lo troviamo proprio in cima alla collina con uno stupendo affaccio sul mare. Al suo interno protetto dalle mura, una chiesa dedicata alla Vergine Maria dal colore bianco con i bordi rossi ed un bellissimo campanile. Nel cortile si possono ammirare resti paleocristiani risalenti al VI e VII secolo d.C ed un antico frantoio è un altro elemento che caratterizza il Monastero. Ogni 15 di agosto viene organizzata una sentita festa religiosa che celebra la Dormizione della Vergine Maria. Appena sotto al convento si trovano ulivi secolari con i quali i monaci producevano olio per i religiosi del Monte Ahtos.
Dal punto di vista archeologico, Kirà Panagià viene attribuita all'antica Alonissos per il ritrovamento di alcuni resti di ceramiche, strumenti, statue, ossa animali ed un relitto appartenente ad una nave commerciale ateniese che conteneva un elevato numero di anfore vinarie, nella baia di Agios Petros che conducono a civiltà antiche risalenti al periodo Neolitico intorno al 6000 a.C. A rinforzare l'ipotesi, due importanti oratori come Strabone e Demostene ne fanno menzione nelle loro assemblee.
Dal 1988 è entrata a far parte del Parco Nazionale Marino ed è consentito fare il bagno e snorkeling, mentre la pesca e la caccia sono proibite.
Passiamo quindi all'isola di Giura. Chiamata anche Ghioura la troviamo nella parte nord est di Alonissos ad una distanza di 16 miglia marine. Con una superficie di 11 chilometri quadrati, si presenta con un territorio molto montuoso e selvaggio praticamente invivibile per un essere umano a parte le guardie forestali che se ne prendono cura. Il punto più alto raggiunge i 570 metri di altezza e per una parte e ricoperta da macchia mediterranea, mentre l'altra completamente arida con strapiombi da cardiopalma e grotte marine.
Sull'isola si trovano diverse specie di uccelli alcuni tra l'altro rari ed in via di estinzione, tante varietà di vegetali autoctoni oltre che alla simpatica capra selvatica Cri-Cri molto simile a quelle che si trovano sull'isola di Creta. Famosa sull'isola di Giura la grotta del Ciclope che secondo la mitologia era la dimora di Polifemo, il Ciclope dell'Odissea sconfitto da Ulisse con stalagmiti e stalattiti che attraverso un gioco di luci che si riflettono nelle acque rendono l'ambiente fatato. La varietà di biotopi delle grotte le rendono perfette come rifugi per le foche monache mediterranee.
Priva di punti di approdo presenta un mare stupendo, estremamente limpido e trasparente. Dal 1988 è entrata a far parte del Parco ed è considerata una Riserva Naturale Protetta. E' consentito fare snorkeling, nuotare, fare filmati e fotografie, bandita invece la pesca mentre per la caccia è necessario uno speciale permesso.
Eccoci quindi all'isola di Psathoura. E' la più settentrionale del Parco a circa 8 miglia marine da Giura e con un'estensione di appena due chilometri quadrati. Di origine vulcanica è tappezzata da distese di erica e tante specie di arbusti. Solo qui' si possono trovare i delicati gigli di mare e sabbia bianca come nella spiaggetta di Mandraki nella parte sud dell'isolotto che, in contrasto con le rocce nere ed un mare turchese rende il paesaggio quasi fiabesco. Sul fondale è possibile scorgere edifici sommersi che confermano la presenza umana fino dai tempi antichi. Alla fine del 1800 è stato costruito un grande fare alto 25 metri con una potenza di luce fino a 18 miglia che segnala le rotte marittime dell'Egeo settentrionale. Nella parte nord sono state trovate antiche fortezze ma è sui lati sud ed ovest che si concentrano i maggiori reperti risalenti al periodo neolitico.
Una curiosità alcuni sommozzatori di Kalymnos (famosa isola dell'arcipelago del Dodecanneso dove ci sono i migliori pescatori di spugne e subacquei), ad una profondità di una ventina di metri riferirono di aver visto le rovine sommerse di una città.
Arriviamo all'isola di Piperi. La troviamo nella parte estrema del Parco Nazionale Marino delle Isole Sporadi. Il suo nome in greco significa pepe ed è considerata come il cuore del parco. Una zona solennemente protetta per l'importanza del biotopo che permette la sopravvivenza della foca monaca mediterranea nonché di altre specie di rapaci come i Falchi della Regina ed il Falco Eleonora che vivono e si riproducono sulle inaccessibili scogliere dell'isola. Le sue ripide coste di roccia, sono ricoperte da una rara vegetazione ricca di pini, agrifoglio, frigana, lentisco e piante rupicole. E' abitata da solo due persone che hanno scelto una vita isolata ed in mezzo alla Natura, le uniche due abitazioni presenti sono la loro casa e la chiesetta di Pigi che si trova a 300 metri di altezza sul punto più elevato di terra emersa. Il perimetro di Piperi è molto frastagliato e tra una cavità e l'altra si trovano punti veramente da togliere il fiato come piccole calette di sabbia e sassi bianchi. La spiaggia più fotografata (da lontano) è la spiaggia di Pepe dove le rocce affiorando dal mare e falesie bianche alle spalle riflettono la luce solare sulle acque creando un'atmosfera da sogno. Solitamente viene visitata da studiosi e per avvicinarci bisogna chiedere un permesso speciale e non meno importante ci si può accostare solo con un'imbarcazione a remi. Ovviamente vietata pesca e caccia.
Terminiamo il nostro tour virtuale delle isole satelliti di Alonissos con l'isola di Skantzoura. Si trova nella parte sud est di Alonissos a 13 miglia marine verso un'altra perla, l'isola di Skyros. Copre 8 chilometri quadrati ed è completamente disabitata. A differenza della altre isole, Skantzoura non è montuosa ha solo dolci colline basse che si spingono fino alla costa di marmo bianca. Di proprietà del Monte Athos è stata in passato un centro monastico. Ad oggi è ricoperta da una meravigliosa macchia mediterranea che comprende frigrana ed un bosco al suo interno con alberi da frutta, cedri bassi ed ulivi. La sua massima punta arriva a 107 metri di altitudine. Attorno all'isola di Skantozoura piccoli isolotti come l'isola di Strongilò, l'isola di Polemikà o l'isola di Praso luogo migliore per approdare, formano una sorta di arcipelago indipendente. Piccole spiagge praticamente dei fazzoletti bagnate pero' da un mare limpido e pulitissimo. Vista la sua biodiversità, sono presenti alcune specie rare come il gabbiano rosso, il falco Eleonora, diverse varietà di vipere e naturalmente non manca la foca monaca del mediterraneo. E' entrata a far parte del Parco Nazionale Marino nel 1988 ed è consentito solo fare snorkeling. Vietatissima la caccia e la pesca.
Riuscire a spiegare a parole la magnificenza di questo splendido luogo è veramente un'impresa titanica, meglio è come sempre vederle con i propri occhi ed a tale proposito doveroso inserirlo tra le cose da fare ad Alonissos se decidere di passare le vostre vacanze in Grecia proprio qui.
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