Il Colosso di Rodi era considerata una delle sette meraviglie del mondo antico e rappresentava il Dio Elio, il Dio del Sole con nel braccio destro un enorme braciere che aveva la funzione di faro.
La sua posizione secondo la leggenda era proprio all’imboccatura del porto di Mandraki, l’attuale porto turistico dove ad oggi si trovano le due colonne sulle quali erano appoggiati i piedi dell’enorme stata sostituita poi con altre due statue di daino l’animale simbolo dell’isola di Rodi, uno con le corna ramificate che simboleggia il maschile ed un’altra che rappresenta il femminile. In realtà anche se tanto affascinante l’idea, si pensa che la sua ubicazione non fosse proprio l’entrata via mare della città in quanto data la sua altezza e la sua larghezza cadendo avrebbe ostruito il passaggio. Secondo studi recenti, è più probabile che fosse stata eretta o sopra al promontorio ad est del porto od addirittura più all’interno di Rodi. Un altro mito che è stato sfatato sul Colosso è che le gambe non fossero divaricate ma bensì’ unite nel tradizionale stile greco, che fosse nuda con in testa una corona di spine, che la mano destra fosse in posizione per proteggersi dai raggi solari mentre nella sinistra tenesse un mantello. Tuttavia, l’idea del Colosso nell’immaginario è stato per molti scultori un grande esempio come per Auguste Bartholdi il disegnatore della Statua della Libertà Americana.
La meravigliosa opera venne progettata e costruita dallo scultore Chares di Lindos, Rodiota Doc. Terminata nel 293 a.c dopo ben 12 anni di lavoro, secondo la storia rimase in piedi per circa una sessantina d’anni. Alta 33 metri venne realizzata con una base alta 15 metri in marmo bianco e come anima per la costruzione venne usata la torre d’assalto lasciata da Demetrio fortificata ulteriormente con pietra e ferro. Per l’aspetto esteriore, Chares di Lindos, fuse il bronzo delle macchine da guerra che Demetrio lascio’ quando sconfitto si ritirò dall’isola di Rodi dando vita cosi’ ad uno dei capolavori più’ prestigiosi della storia.
Rodi data la sua posizione molto vicina all’Oriente e dove l’Egeo si incontra con il Mediterraneo, era un potente centro economico. Nell”antica Grecia era una città stato insieme a Ialyssos, Kamiros, Lindos e faceva parte dell’ Esapoli dorica una confederazione di sei città (le altre tre erano Kos, Alicarnasso e Cnico). La città di Rodi venne concepita per poter sfruttare al meglio il porto naturale che si trova nel versante nord e perfetto per commerciare con il continente Asiatico ed in particolare con Tolomeo I Sultano dell’Egitto. Nel 357 a.C venne presa da Mausolo di Alicarnasso l’attuale città di Bodrum che ospita la tomba del governatore anche lei considerata una delle sette meraviglie del mondo antico. Nel 340 a.C è il turno dei persiani per finire poi nel 332 con Alessandro Magno.
Dopo la morte di Alessandro, i suoi generali Tolomeo, Seluco ed Antigono cominciano a combattersi per avere il dominio dell’immenso impero. Rodi sostiene Tolomeo procurando un grande risentimento ad Antigono che folle di rabbia nel 305 a.C manda i figlio Demetrio a punire ed espugnare l’isola. Con un esercito di circa 40.000 uomini, Demetrio parte alla conquista di Rodi ma nonostante in numero nettamente inferiore, i Rodiani non cedettero e non permisero mai l’occupazione. Tale impresa fu’ possibile grazie ad una fossa scavata dagli abitanti fuori dalle mura che fece sprofondare e fermare la pesante torre d’assedio dove si trovavano le mostruose macchine da guerra. Nel 304 dopo un sanguinoso e faticosissimo anno viene trovata una tregua che costrinse Demetrio all’immediata ritirata e per celebrare la vittoria, i Rodiani con tutto il materiale lasciato costruiscono il Colosso.
Purtroppo come tutte le cose belle, esiste sempre una fine. Secondo la leggenda , un potente terremoto nel 226 a.C colpisce l’isola radendola quasi al suolo ed il Colosso si spezzo’ sul ginocchio considerato il punto più’ debole sprofondando in mare. Tolomeo si offre a sostenere economicamente la ricostruzione della statua ma gli abitanti dopo una consultazione con un Oracolo rifiutano l’offerta in quanto viene ritenuto il cataclisma una ritorsione da parte del Dio del Sole perchè offeso dal monumento. Rimane sul fondale per circa 1000 anni e nel 654 a C. Rodi viene occupata dagli arabi, che smantellarono la scultura e la vendettero ad un ebreo siriano. Per il trasporto dei resti in Siria, il mercante dovette impiegare ben 900 cammelli e da qui’ le tracce del Colosso di Rodi scompaiono.
Che sia leggenda o realtà sinceramente a noi poco importa, ci piace immaginare il maestoso capolavoro del Colosso di Rodi cosi’ come viene raccontato e quando sarete sull’isola fate come noi, andate al porto di Mandraki e chiudete gli occhi immaginandovi quanto sarebbe stato bello poterlo rivedere ancora li’, possente e vigoroso che veglia sulla bellissima città.
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