Cominciamo con descrivere brevemente dove si trova il Castello. La fortezza è nella bellissima zona di Karystos a sud di Evia, una grande area intorno al Monte Ohi che rientra nel progetto Natura 2000 che si occupa di proteggere gli ambienti naturali.
Qui la natura da il meglio di se, infinite pinete, ruscelli che zampillano dal fianco della montagna, cespugli di more, platani secolari alberi da frutto, una fauna di usignoli, fringuelli, merli, il simpatico gufo domestico, fiori rari come le peonie, ed ancora borghi incantati come Myli, Grabias, Kalyvia e Aetos, in poche parole un paradiso terrestre ancora intatto ed incontaminato dove perdersi in piacevoli passeggiate respirando un'aria sana in mezzo alla natura.
Al di sotto di tanta meraviglia, l'enorme baia a forma di mezzaluna che ha incantato chiunque ci abbia messo piede sia nel passato che ai tempi moderni.
Il Castello di Karystos chiamato anche Kokkino Kastro (Kokkino in greco significa rosso) prende il nome dalle sue pietre rossastre ed era cosi' perfetto per la difesa che nessuno riusci' mai ad espugnarlo. Domina le pendici del monte Ohi a quattro chilometro dalla cittadina di Karystos tra i villaggi di Grabias e Meyloi e come una sentinella, custodisce tra le sue mura ricordi e segreti dei tempi che furono.
Venne edificato nel 1030 dai Bizantini per proteggere la popolazione dai sanguinari pirati che solcavano l'Egeo sull'imponente colle chiamato Montofoli (Monte delle foglie) per poi essere ampliato dal barone Ravano dalle Carceri un signore longobardo che regno' nel feudo dal 1209 al 1216. Nel 1276 ricompaiono i Bizantini ad Evia e grazie al cavaliere franco Liccario, torna nelle loro mani insieme al resto dell'isola tranne l'attuale capitale Chalkis. Bonifacio da Verona nel 1295 usurpa i bizantini e rientra in possesso della fortezza che a sua volta viene ereditata dal genero catalano Alfonso Fadrigo D'Aragona. Nel 1359 i veneziani lo comprano dal figlio di Fadrigo per la somma di 6000 ducati e vi resteranno per i prossimi 104 anni. Lo abbandoneranno nel 1470 permettendo quindi agli ottomani di occupare la zona e di fortificare ulteriormente l'intera struttura facendola diventare cosi' ancora più imprendibile. Nella guerra d'indipendenza greca nel 1821, Nikolas Kriezotis il famoso “leone di Evia” cerca più volte di conquistare la fortezza ma nonostante il lungo assedio ed i quasi disumani sforzi non ci riuscì mai. Solo dopo la liberazione nel 1833 ed a seguito della partenza dei turchi finalmente entra in possesso dei Greci.
Il castello è un edificio a due piani dalla forma esagonale a ferro di cavallo a 350 metri sopra il livello del mare e regala una vista pazzesca su tutta la baia. Per realizzarlo i veneziani usarono le pietre calcaree ed i marmi del Mausoleo Romano. Tipico è il portale a volta bassa assicurato alla grande porta di ferro. Sopra all'entrata un buco che serviva per versare olio bollente ai nemici. In entrambi i lati verso il mare si trovano gli archi rampanti che servivano a distribuite al suolo le spinte laterali della costruzione. Nel periodo di dominazione ottomana, il pascià fece creare uno stupendo giardino con un agrumeto proprio sopra alle terme romane. Oggi si trova un esclusivo vigneto che produce uno squisito vino biologico da uve fatte appassire direttamente sulla pianta ottimo per il dessert. Sulle mura della fortezza cresce naturalmente una specie rara di campanula e tra le scogliere scoscese ai lati vengono a nidificare i gheppi ed i picchi muratori.
Da notare che la zona è sempre molto ventosa considerando che Eolo ha la sua dimora proprio nella vicina isola di Tinos ed a volte può sferzare molto prepotentemente, il nostro consiglio è quelli di andare a visitare il castello quando il Dio è assopito.
Non c'è niente di più facile, potrete arrivare fino all'entrata direttamente con un mezzo, parcheggiare ed incamminarvi attraverso secoli di storia.
Segnatevelo tra le cose da fare e vedere ad Evia, sarà un tuffo nel passato con l'aggiunta di avere una visuale sulla baia e dintorni da far girar la testa.
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