Samos

Il Monte Kerkis Samos

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Il Monte Kerkis denominato โ€œla montagna maestosa di Samosโ€, lo troviamo sulla costa sud occidentale ed occupa gran parte del centro dell'isola. In passato era un vulcano ad oggi ormai estinto che raggiunge un'altezza di oltre 1440 metri.

Di colore biancastro grazie al fatto di essere composta principalmente di marmo, il suo interno รจ cavo con molti fori che sembrano crateri. Ripidi pendii, grotte e fatate foreste (รจ una delle sette piรน grandi d'Europa) il Monte Kerkis รจ considerato una riserva naturale per tante specie di animali e vegetali alcuni in pericolo di estinzione tanto che fa parte del progetto Natura 2000 che si occupa di conservare gli habitat naturali.

La vetta piรน alta e il Vigla che tocca i 1434 metri, la piรน elevata dell'Egeo mentre le piรน basse sono il Mavro Stefani, Seitan Fterias, Menelaki e Kastri. Sull'origine del suo nome ci sono diverse versioni, una che significa approssimativamente โ€œappartenente a Circeโ€ l'altra perchรฉ le correnti d'aria ed i forti venti che soffiano colpendo le pendici emettano degli strani rumori. Dal Vigla la vista รจ da lasciare senza parole quanto รจ bella spaziando su tutto l'Egeo oltre che alle isole circostanti a Samos.

Una delle maggiori attrazioni del Monte Kerkis รจ la Grotta di Pitagora in cui un tempo visse l'antico matematico e filosofo per nascondersi dal tiranno Policrate prima di partire per Crotone in Sicilia. Potrete godere di questa meraviglia volendo anche di sera in quanto illuminata e partecipare ad uno spettacolo fantastico. Altre sono le caverne presenti sul massiccio, come ad esempio la grotta di Panagia Makrini, Agia Triada, Kakoperato ed Evangelistra oltre che alle cavitร  dove gli asceti bizantini dal XII al XVI secolo d.C erano soliti ritirarsi in preghiera. Nel XI secolo d.C era un importante centro di vita monastica. Qui San Paolo il Giovane di Latro si sposto' dall'Asia per ritirarsi presso la Grotta di Pitagora e molti monaci lo seguirono aiutandolo a ricostruire tre monasteri precedentemente distrutti dai predoni arabi. Imperdibili quindi le chiese di San Giorgio Drakaion, Panagia Makrini risalenti al XII secolo con affreschi di raro interesse ed Agios Charalambos Kallithea anch'essa impreziosita da raffigurazioni del XVII secoli.

Salendo da Marathokampos si passa da un boschetto di rari pini e dopo circa due ore di cammino si raggiunge la cappella Agio Ioannis Theologos. Nelle vicinanze al di sopra di una collina circondata da grandi massi si trova una voragine abilmente scolpita da Madre Natura con un perimetro di tredici metri che sembra quasi un pozzo. Questo baratro รจ chiamato โ€œTripa tou Panaretouโ€ (tripa in greco significa buco) e prende il nome da un uomo chiamato Paneretou che perse la vita cadendoci dentro insieme ai suoi compagni. La storia racconta che Paneretou un prete, il giorno della festa di Agio Ioannis alterato dal dolce nettare di Moscato, volle addentrarsi negli abissi per scoprire com'era ma appena poco essere sceso, preso dalle vertigini cadde morendo. I suoi amici Giannis e Andreas non sentendolo piรน decisero di scendere a turno a loro volta per capire cosa fosse successe ma anch'essi per lo smarrimento causato dall'altezza fecero la stessa fine cadendo e perdendo la vita. L'interno di questo pozzo naturale, รจ talmente misterioso che incute ai visitatori una certa paura soprattutto se si prova a lanciare un sasso, i rumori prodotti dall'urto contro le pareti รจ veramente sapventoso. Si pensa inoltre che l'abisso comunichi con il mare e che quando c'รจ tempesta si possa sentire il gemito delle onde contro le pareti.

Proseguendo da Tripa Tou Paneretou, sulle rive di un torrente incontrerete la chiesa Panagia Tou Hatzimanoli in onore della Vergine Maria e che prende il nome dal suo costruttore. Grandi alberi creano una sorta di tetto, edera e cespugli dai mille colori, il gorgoglio dell'acqua ed il cinquettio degli uccelli rendono questo luogo adatto per raccogliere i propri pensieri e purificare la mente. Ad un quarto d'ora di cammino attraverso un sentiero strettissimo con uno spaventoso precipizio al di sotto (quindi solo per esperti di trekking), si trova una seconda grotta chiamata Panagia Kakoperiatani che al suo interno ospita una piccola cappella dove a causa dello sgocciolamento dell'acqua, si sono create delle scenografiche stalattiti che sembrano grappoli d'uva appesi. La si raggiunge scendendo ventidue scalini scavati nella roccia.

Continuando si puรฒ raggiungere il Vigla il punto piรน alto passando lungo la cresta della montagna. Il suo nome deriva dalla piccola torre di avvistamento chiamata appunto Vigla dove le vedette avvisavano con segnali gli abitanti dell'arrivo di flotte nemiche. Ad oggi i ruderi sono ancora ben conservati, ma cosa stupefacente รจ senza dubbio il panorama, si riescono a scorgere le Isole Sporadi, Rodi, le Cicladi il monte Athos fino ai monti dell'Asia Minore.

Sicuramente una tappa per gli amanti della montagna dove perdersi tra natura selvaggia ed originale e godere di viste a 360 gradi per comprendere ancora meglio la bellezza di questa immensa ed eclettica isola.

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